Nel precedente post (che puoi leggere qui) abbiamo visto come, attraverso il dono delle tecniche SRF (Self Realization Fellowship) portate in occidente da Paramahansa Yogananda, sia possibile vivere una vita più elevata coniugando la ricerca di Dio con il nostro modus vivendi occidentale.
Oggi prederò spunto da un’altra delle obiezioni che mi vengono poste frequentemente quando parlo di yoga e meditazione trascendentale per condividere con voi un altro dei grandi insegnamenti del mio Maestro: come incanalare la nostra volontà e le nostre energie per la nostra crescita personale e spirituale: la forza di volontà è il motore del nostro successo!
Come dicevo, una delle frasi più frequenti che mi capita di ascoltare è:
con i ritmi di vita che ho, non posso riuscire a fare anche questo! Il lavoro, la casa, la famiglia… no no, non ce la posso fare!
Per poter rispondere a questa obiezione lasciate che prima vi parli della forza di volontà.
Paramahansa Yogananda la definisce così: “La forza di volontà è la dinamo che alimenta tutte le nostre capacità. Essa avvia e sostiene, in un’opera continua, tutte le nostre azioni fisiche, mentali e spirituali. Senza questa molla non potremmo comunicare, parlare, pensare, lavorare o provare sensazioni. Per non esercitarla, o nel tentativo di fare il possibile per non farlo, ci si dovrebbe sdraiare ed entrare in animazione sospesa. Persino il più piccolo movimento muscolare (come quello delle palpebre) od ogni pensiero inizia con l’uso della forza di volontà”.
Fin dal nostro primo vagito usiamo la nostra volontà per urlare e allontanare da noi la sensazione di disagio dovuta al primo respiro e al trauma di lasciare l’accogliente sicurezza del grembo materno: è il nostro primo atto di volontà anche se fisiologico e automatico.
Più cresciamo e più impariamo che per ottenere ciò che vogliamo basta richiamare l’attenzione di chi ci circonda con il pianto: prontamente chi si prende cura di noi ci porta cibo, acqua e ci coccola.
Anche se più consapevoli del mondo che ci circonda, siamo ancora in balia di una forza volontà automatica legata ai bisogni primari.
Quando iniziamo a pensare autonomamente ci diamo una scala di priorità nella soddisfazione dei nostri desideri e diamo vita ad atti di volontà vera e propria, così che, al primo no che ci viene detto e che per noi risulta inspiegabile e inconcepibile, ci opponiamo dando il via alla fase che potremo definire della volontà cieca, perché non è guidata dalla saggezza.
È durante la nostra adolescenza che utilizziamo questa volontà esplosiva senza alcun fine utile, sciupando energie e possibilità in facili entusiasmi, in tentazioni che soddisfino i nostri sensi, in decisioni avventate senza curarci assolutamente delle conseguenze che potrebbero avere le nostre azioni.
Se avremo la fortuna di superare questa fase della nostra vita incolumi, o nella migliore delle ipotesi con il minimo sindacale di danni, allora daremo il via ad una ulteriore fase più costruttiva in cui i nostri atti, le nostre scelte, saranno guidate da una volontà cosciente.
Ma anche questo tipo di volontà non è che un punto di partenza per ottenere il nostro successo: poiché siamo noi a scegliere come usare la nostra volontà per raggiungere i nostri scopi, più questo uso sarà convogliato verso scopi costruttivi in sintonia con l’Armonia Universale, più l’uso della volontà porterà al successo.
Più i nostri obiettivi saranno volti ai più alti standard spirituali, più ne riconosceremo la validità e più crescerà la nostra tenacia per raggiungerli.
Paramahansa diceva a tal proposito che
“La volontà trae il potere per creare un sentiero che porti al compimento della sua meta dalla sua stessa forza dinamica. Con questa sua forza pura, la volontà agendo rilascia nell’atmosfera alcune vibrazioni particolari cui la Natura, con le sue leggi ordinate, sistematiche ed efficienti, risponde creando circostanze favorevoli. La volontà ottiene la sua grande forza dai suoi stessi buoni propositi, dalle grandi motivazioni e da una nobile sollecitudine a fare del bene al mondo intero. Una forte mente non è mai sconfitta: trova sempre la sua strada”.
(I più attenti di voi avranno già fatto i debiti collegamenti con i postulati della legge di attrazione enunciata dai coniugi Hicks nel 1986. Yogananda ne parlava già più di trent’anni prima).
Siamo arrivati quindi a poter dare una risposta concreta all’obiezione di chi ci dice: non ce la posso fare!
Non c’è azione o meta che non possiamo fare o raggiungere se applichiamo una dinamica, volitiva forza di volontà!
Un mio vecchio amico diceva spesso: quando la sera andiamo a letto, abbiamo fatto ciò che più ritenevamo più importante e tralasciato quello che ritenevamo meno importante. In parole povere avremo esercitato la nostra forza di volontà cosciente per raggiungere i risultati che ritenevamo più gratificanti per noi.
Perciò se siamo veramente interessati a qualsiasi aspetto della nostra vita, avremo davanti a noi due possibilità davanti all’affermazione “non ce la faccio, non ho il tempo per fare anche questo”: o gestire meglio il tempo a nostra disposizione (magari togliendolo alla visione della tv) o riconfigurare la nostra scala delle priorità. In entrambi i casi eserciteremo la nostra forza di volontà per raggiungere il nostro scopo, il nostro successo.
Nel prossimo post cercherò di dare una risposta alla domanda: qual è la migliore religione?
Namastè