Oggetti rituali, i più diffusi

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Oggetti rituali i più diffusi
Oggetti rituali i più diffusi

Bomboniere sacre, i simboli della cristianità.

La categoria degli oggetti rituali è ampia. Nel mondo cristiano, sin dalla tarda antichità e nel Medioevo, il fatto che un oggetto appartenesse a un santuario aumentava le sue possibilità di essere un oggetto rituale, ma la proprietà ecclesiastica non era un criterio sufficiente per accrescerne la sacralità. In altri termini, una vetrata o una decorazione a tendone non è un oggetto rituale, a meno che non sia oggetto di particolari preghiere o gesti specifici. Le porte delle cattedrali, ad esempio, non sono oggetti rituali, sebbene siano coinvolti nei riti di apertura e chiusura che sono elementi del rito. Tuttavia, possono diventare un oggetto rituale quando una determinata zona viene toccata dai fedeli, nell’ambito di un gesto di preghiera o di protezione personale. È il caso di alcune sculture sulla porta delle chiese la cui patina indica che sono toccate dai fedeli che si recano presso il luogo di culto. Un esempio è il Duomo di Milano, dove si può considerare che la porta divenne nel tempo un oggetto rituale, a causa del gesto ripetuto dei fedeli.

Nel cristianesimo la croce è per eccellenza un’immagine simbolica, che gioca un ruolo centrale nel dare un’identità cristiana a un luogo, sia esso una casa, una tomba, una chiesa. La croce, infatti, è uno dei principali simboli riprodotti nelle bomboniere sacre Holyart. Se tutte le croci dipinte non sono oggetti rituali, ma costituiscono la decorazione di un santuario, si può comunque ammettere in questa categoria le croci inserite nelle colonne di alcune chiese come quella di Santa Sofia di Costantinopoli.

Alcune di queste croci incastonate nelle colonne contenevano infatti reliquie, come il Monastero di Santa Caterina nel Sinai e le preghiere venivano pronunciate davanti a loro nel culto dei santi.

Oggetti rituali, i più ricorrenti

“Per entrare nella categoria degli oggetti rituali, esso deve quindi essere attivamente coinvolto nel rito religioso.”

Fanno naturalmente parte degli oggetti rituali:

  • Le croci, dentro o fuori le chiese o che ricevono la venerazione dei fedeli;
  • Gli Encolpia, ovvero gli oggetti spesso a forma di croce portati al collo o al petto, sia da chierici che da laici, alcuni dei quali contenevano reliquie di santi e venivano baciati ritualmente.

Tra i gesti rituali che modificano lo status dell’oggetto, deve essere posto un posto per le offerte. È indubbiamente necessario restringere agli oggetti mobili la categoria dell’oggetto divenuto rituale attraverso un’offerta a Dio e ai suoi santi. Così, le lampade mobili portate durante le processioni e talvolta collocate nei santuari, le candele accese dai fedeli davanti a un reliquiario, un’icona o una statua davanti alla quale è organizzata la preghiera, rientrano nel novero dell’oggetto rituale.

Oggetti appartenenti ai santuari

Il cristianesimo antico è un buon campo di osservazione per riflettere sullo status dell’oggetto rituale, in quanto si nota una progressiva differenziazione tra oggetti domestici e piatti liturgici, riservati ad un uso rituale. Man mano che il culto cristiano prende piede, gli oggetti coinvolti nei rituali cristiani, in particolare durante il pasto eucaristico, diventano diversi e subiscono un processo di messa a parte che corrisponde alle prime fasi della loro sacralizzazione. Cessano di avere più usi per servire solo sull’altare che da tavola ordinaria si evolve a tavola consacrata dal vescovo. Anche le stoviglie liturgiche devono essere separate dalle stoviglie ordinarie. È composto da oggetti specializzati per un uso particolare in un momento del rituale. La scelta dei materiali nobili, in particolare l’argento, è visibile nei tesori degli oggetti liturgici rinvenuti sepolti.

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