I MIRACOLI ACCADONO?
Arrivai a farmi allineare perché le avevo provate tutte, perché in parte ero sicuramente disperata, perché i dolori fisici erano davvero insopportabili, le cure mediche completamente inefficaci, i più forti miorilassanti e antidolorifici non facevano alcun effetto sul dolore, e causavano soltanto effetti collaterali pesantissimi. Calmanti e ansiolitici prescritti per non pensare, per non pensare al dolore, per non pensare ai pensieri che creano dolore, per vivere in una bolla dove tutto rimbalza e dentro la quale vivere come morti viventi stavano facendo un’ecatombe di tutto di me.
Convinta da mia mamma che aveva fatto il riallineamento un paio di mesi prima e aveva avuto un giovamento immediato nel dolore al braccio/spalla che non le faceva più muovere il braccio normalmente, non potendolo più alzare anche solo per togliersi una maglia senza sentir male, mi trovai seduta in una piccola sala gremita, a Bologna.
Lo scetticismo non vi nascondo che lo avevo portato con me, proprio messo seduto accanto, a far compagnia al mio dolore al busto e al braccio/spalla destro da togliere il fiato. Ho ascoltato l’Allineatore raccontarci di cosa si trattava, e gli chiesi cosa era cambiato nella sua vita, negli ultimi anni, da quando aveva conosciuto il riallineamento, e lui, con un sorriso semplicissimo, mi ha detto che era felice, in armonia.
Il fatto è che, anche se potevano sembrare solo parole le sue, il mio scetticismo si alzò dalla sedia e prese distanza. Da quattro anni e mezzo mi trascinavo in quella vita, senza voglia per la troppa fatica, emotivamente infelice con un corpo che si ammalava sempre più, e nessuna voglia di neppure alzare lo sguardo per pensare a un’uscita.
Poi tutto è stato semplice: con un righello, davanti allo specchio, a mia figlia, a mia mamma, a sconosciuti, l’Allineatore prese le misure tra le scapole (oblique!), della colonna vertebrale (arrotolata!) e delle anche (una maggiormente aperta dell’altra), e mi sono sdraiata con la spavalda evidenza di due belle righe di pennarello blu sulle mie caviglie a mostrare la differenza in centimetri tra una gamba e l’altra.
Chiusi gli occhi e ammetto di aver pensato che tanto non sarebbe cambiato nulla. Alcune persone che avevano fatto il trattamento prima di me dicevano di aver sentito calore (il mio scetticismo, indeciso se andare o restare, dava senza ombra di dubbio la colpa al riscaldamento, mi ero infatti tolta appositamente il maglione per dargli retta restando in maglietta), una persona parlava di un brivido (il mio scetticismo aveva pensato a una bella influenza in arrivo), altri non avevano sentito nulla (ecco, il mio scetticismo era soddisfatto: aveva trovato conferma!), d’altronde il trattamento non prevedeva alcun contatto nè manipolazione!
Certo, una volta rialzati dal lettino le due righe blu sulle caviglie risultavano per tutti simmetriche (quando per tutti erano decisamente asimmetriche con scontata evidenza prima del trattamento), ma il mio scetticismo urlava di fatto puramente casuale, urlava spaventato poverino, di chi non pensa più se credere o meno, poiché vede che è vero. Per i primi secondi sdraiata non sentii nulla, rientravo nella terza categoria senza dubbio, il mio scetticismo già si fregava le manine gongolando, poi eccola, tutta da togliere il fiato dall’emozione, da fare gli occhi lucidi, un’onda dalla punta dei piedi a risalire fino alle mie guance. Mi attraversò un’onda palpabile di energia, lasciandomi senza parole, anche se ricordo bene un sorriso.
Mi alzai in piedi e, davanti allo specchio, a mia figlia, a mia mamma, a tutti gli sconosciuti, quella riga tra le mie scapole era dritta, la mia colonna vertebrale con la giusta lordosi e cifosi, le mie anche armonizzate. E per la prima volta in vita mia, rimasi in piedi appoggiata su entrambi i piedi. Finalmente il mio peso nel mondo. Non era mai capitato: mi appoggiavo su una gamba soltanto, o perdevo irrimediabilmente l’equilibrio; da ragazzina i medici avevano provato anche a mettere delle solette di rialzo in una scarpa rispetto all’altra per ovviare al problema, causandomi però mal di testa terribili, così avevo rinunciato e mi adattavo a far fare l’orlo dei pantaloni in modo differente tra una gamba e l’altra.
Bene, ero dritta, a un occhio attento, scrupoloso e severo come il mio già lo si notava… eppure un po’ scettica restavo. Avevo bisogno di prove, ancora.
Il dolore al busto/spalla/braccia era diminuito, ma presente. Sicuramente un caso, mi dissi.
Andai a letto quella sera con dolori forti, i dolori di sempre, ma senza medicinali, stomaco e fegato gridavano allo sciopero da un momento all’altro.
Dormii bene, ma bene bene. Come non ricordavo da tempo. Mi risvegliai che i dolori non c’erano più. Rimasi un po’ nel letto ad aspettarli, ero sicura che si sarebbero fatti sentire da un momento all’altro, di solito mi svegliavo in preda a crampi dolorosissimi, a volte da arrivare a vomitare, quel mattino tutto taceva. Provai a girarmi e rigirarmi: nulla, stavo bene. A quel punto dovevo alzarmi, i dolori sarebbero arrivati non appena avessi mosso il braccio per togliermi il pigiama, o per lavarmi la faccia, o per far forza nell’avvitare la caffettiera, o a rimboccare le coperte del letto, o comunque mentre avrei passato un’ora a stirare, o mentre pulivo le mensole di cucina…eh già, le ho provate tutte quel giorno. Nessun dolore.
E poi, come il mio Allineatore aveva raccontato, poco importava quali vantaggi di fatto il corpo avrebbe manifestato, sarebbe comunque stata una cosa soggettiva, c’è chi ha miglioramenti subitanei, chi in due ore, chi in due mesi… ma il fatto è che iniziato il cammino del miglioramento questo non si sarebbe arrestato, e il percorso verso quell’allineamento era interiore. Ebbene io ero carica, sorridente e felice. La cosa più importante e difficile sarebbe stata dare ascolto a quel noi dentro, mi disse, quello avrebbe iniziato a dar nuovi segni. Beh il “mio dentro” cantava Battisti, diciamo che si faceva notare rispetto a quel silenzio da film muto anni 20, accompagnato solo dal frusciare sabbioso di fondo.
Quel delizioso mattino risale a quasi tre anni fa, e il giorno del il mio allineamento divino è diventato un secondo compleanno; a distanza di tre anni sono qui a scrivere che sono felice.
Sicuramente la perdita di un dolore tanto forte dopo tanto tempo presente mi ha dato molta gioia, ma ciò che ho dentro da quel giorno sono il sorriso, la leggerezza e la consapevolezza che i miracoli accadono, li facciamo accadere proprio noi, tutti i giorni, soltanto credendoci. Ho sempre pensato che la felicità non fosse di questa terra, che era già tanto arrivare a essere sereni, ma se basta cambiare dimensione per rivalutare il tutto io non butterei più via un istante a pensare se lo scetticismo ci vuole o non ci vuole, la felicità è la risposta.
Unico neo? Far rifare tutti gli orli ai pantaloni!
I miracoli accadono?