In “Cambia l’abitudine di essere te stesso” il Dottor Joe Dispenza ci illustra come superare le nostre limitazioni e cambiare il nostro mondo e la nostra salute con il potere della mente.
Così come la medicina usa i cosiddetti farmaci “placebo”, che esercitano un effetto psicologico di autosuggestione sul paziente, anche noi possiamo convincere la mente e il corpo a trasformare i nostri pensieri in realtà.

Nel corso degli ultimi dodici anni, il dottor Dispenza ha tenuto conferenze in più di ventiquattro nazioni nei sei continenti, formando migliaia di persone sul ruolo e sulla funzionalità del cervello umano e su come riprogrammare il proprio modo di pensare attraverso principi scientifici neurofisiologicamente testati. Sono molte le persone che, grazie ai suoi insegnamenti, sono riuscite a realizzare obiettivi specifici eliminando abitudini autodistruttive. Il suo approccio semplice ma profondo getta un ponte tra il potenziale umano e le più recenti teorie scientifiche della neuroplastica.
Il dottor Dispenza spiega come cambiando il proprio modo di pensare, e le proprie convinzioni, si possa letteralmente riprogrammare il cervello. Il suo lavoro si fonda sulla convinzione assoluta che dentro a ognuno di noi esista un potenziale latente di grandezza e capacità illimitate.
Ogni azione che fai, come pensare, provare emozioni, agire e interagire con gli altri, coinvolge il tuo cervello. Esso è, infatti, l’organo in cui risiedono la personalità, il carattere, l’intelligenza ed è da lì che parte ogni tipo di decisione. Negli ultimi vent’anni si è scoperto, grazie a risonanze magnetiche effettuate su decine di migliaia di pazienti in tutto il mondo, che quando il cervello lavora nel modo giusto tu stai bene, ma quando il cervello è turbato, risulta molto più probabile che tu possa andare incontro a delle difficoltà.
Una mente sana porta con sé maggior benessere, forma fisica, felicità, equilibrio, decisioni giuste, successo, longevità; ma, al contrario, se il cervello non è sano per qualsivoglia motivo (un trauma cranico piuttosto che uno shock emotivo legato al passato) si è più tristi, deboli, malati, dotati di scarsa capacità di giudizio e meno brillanti. È facile capire quanto un trauma possa danneggiare il cervello, ma i ricercatori hanno anche osservato quanto il pensiero negativo e i “programmi disfunzionali del passato” possano influire sfavorevolmente.
Per approfondire il lavoro di joe Dispenza:
– Il corso in streaming:

– I libri:
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