Il CashFlow 101 è un gioco da tavola “educativo” inventato a Robert e Kim Kiyosaki nel 1996, anno cinese del topo, dal quale prenderà il nome il concetto “Uscire dalla corsa del topo”.
ATTENZIONE! E’ USCITO UN AGGIORNAMENTO DEL GIOCO. Leggi comunque l’articolo, i princìpi sono simili. In fondo alla pagina troverai la nuova versione.
A cosa serve Cashflow 101?
Questo non è un semplice gioco, ma un vero e proprio corso pratico che serve a sviluppare l’intelligenza finanziaria.
Come? Dando la possibilità di esercitarsi al gioco del denaro e di sperimentare situazioni reali, ma con una sostanziale differenza: trattandosi di un gioco, l’apprendimento è più facile e approfondito e si utilizzano soldi finti prima di passare a quelli veri.
“Ho creato CASHFLOW in modo che i genitori possano insegnare ai figli come usare il potere del denaro a loro favore… non contro se stessi.” – Robert Kiyosaki
Come funziona esattamente Cashflow 101?
Partendo da un profilo di lavoratore dipendente o da libero professionista con un tuo conto economico ed uno stato patrimoniale imparerai a far crescere i tuoi soldi fino a capire quando è meglio diventare un vero investitore e scoprirai come poter diventare padroni del proprio denaro per uscire dalla cosiddetta “corsa del topo” e raggiungere la vera libertà finanziaria!
Quando poi le “entrate passive” saranno superiori alle spese mensili, sarai fuori dalla “corsa del topo” e potrai entrare nel “percorso veloce” per raggiungere la tua LIBERTA’ FINANZIARIA.
Perché questo gioco è molto più efficace di un classico corso di finanza?
Perché si basa su un metodo di interiorizzazione dei contenuti infallibile: il cono di apprendimento Bruce Hyland, ispirato da quello di Dale. Si tratta di un dettagliato diagramma che possiamo riassumere in un principio oggettivo: “ricordiamo sempre meglio quello che facciamo, vediamo e proviamo, piuttosto che quello che ci viene solo detto”. Se, quindi, chi dice che esistono regole infallibili sul successo è un bugiardo, è di certo verità che esistono dei modi infallibili per imparare delle teorie vincenti.
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>Chi è Robert T. Kiyosaki?
Robert T. Kiyosaki, nato e cresciuto alle Hawaii, è un nippo-americano di quarta generazione. Dopo le superiori ha frequentato l’Università di New York; si è laureato e poi arruolato nei Marine per andare in Vietnam come ufficiale e pilota di elicotteri.
Tornato dalla guerra ha intrapreso la carrira finanziaria. Ha creato diverse aziende e a 47 anni si è ritirato dal lavoro. Adesso si diverte a fare quello che più preferisce: investire…
Oltre ad investire in immobili e azioni di piccole società, la sua principale occupazione è l’insegnamento dell’inteligenza finanziaria e delle tendenze economiche:
Insegna alla gente come diventare milionaria… Ecco perché lo definiscono il maestro dei milionari.
Aggiornamento. E’ da poco uscita la nuova versione del gioco (Cashflow 202), più attuale al mondo del business odierno. La trovi qui:
![]() | Cashflow 202 – Kiyosaki Gioco da tavolo – Come imparare le tecniche avanzate dell’investimento finanziario Robert T. Kiyosaki |
Molto interessante, ma chissà perché non mi attira, preferisco giocare con mia nipote e i figli di mia cugina a Monopoli o al Gioco della Vita (un gioco in scatola carino e divertente che abbiamo regalato a Chiara per Natale, eravamo un po’ diffidenti perché ce l’ha chiesto lei guardando la pubblicità in TV, ma sia a me che a mio fratello piace)
Rispetto moltissimo il lavoro di Kiyosaky, purtroppo in Italia in particolare ma come nel resto del mondo l’istruzione finanziaria è sottovalutata, si fanno debiti per mandare i figli a scuola a imparare un lavoro che fra 20 anni potrebbe non esistere più e gli si insegna a fare la stessa cosa creando l’idea del “diritto ad avere un lavoro” e che il futuro finanziario sia un “dovere dello stato” favorendo l’idea che la finanza sia una “cosa noiosa” di cui si deve occupare solo qualcuno “istruito” il gioco Cashflow in questo senso lo trovo molto educativo e ammiro molto sopratutto i genitori che si impegnano loro stessi a vedere il mondo diversamente ma sopratutto che spingono le nuove generazioni a imparare a gestirsi il proprio denaro senza sperare che qualcun’altro lo faccia per loro